domenica 19 dicembre 2010







BOAVISTA (CAPO VERDE)
TRAGUARDO…SALUTE… cosa vale di più

Anche quest’anno, ho preferito la salute alla ricerca del traguardo a tutti i costi…
Boavista 152km non stop in semiautosufficienza, con tanta tanta sabbia, sterrato, pavè, tratti rocciosi e sassosi da superare in continui cambiamenti di terreno sotto i piedi.
Annata record, non solo per le piogge del mese precedente, che hanno reso l’isola, da molto desertica e gialla, desertica e verdognola, ma anche per il caldo torrido record… invece dei soliti 26/28 gradi, ci siamo ritrovati a correre con 36/38 gradi, esattamente 10 in più del normale.
Purtroppo in queste tipo di gare le incognite, le sorprese, e gli errori che si possono commettere sono tanti, non certo come una 10km fatti in un centro cittadino, con ristori bevande biscotti e sbandieratori a darti una mano, qui devi portare con te il cibo (almeno 4.000 calorie) che non potrai più cambiare durante la corsa e se lo sbagli…sono guai, e dovrai stare anche attento al percorso da seguire, non dico che di notte, soprattutto, devi aiutarti con le stelle… ma conviene non distrarsi più di tanto se non vuoi fare decine di km in più.
Alla partenza tutti siamo tranquilli, ci sono alcune nuvole mattutine che ci aiuteranno per i primi 20 km per poi abbandonarci al nostro destino e alla sfida col caldo sole.
Ognuno segue la propria tattica: chi parte forte, chi piano, chi segue un ritmo regolare poi si vedrà…
Io mi sentivo bene, le gambe giravano, vado ad un ritmo medio, cercando di risparmiare le gambe per la notte e per il finale, dove se hai risparmiato gambe e energia puoi recuperare parecchie ore e posizioni, stavo attraversando paesaggi unici, di una bellezza da togliere il fiato, io e la mia macchinetta fotografica facevamo spesso delle pause per immortalare quei luoghi, quei momenti, quelle sensazioni, che non sapevo se avrei mai più rivissuto.
Forse questo distrarmi, questo concentrarmi più sulle bellezze di quei luoghi, attraversati completamente da solo, con il solo rumore dell’oceano che si frantumava sugli scogli, del vento che ti sfiorava e muoveva quelle poche le foglie e cespugli che incontravo sul mio percorso, e ogni tanto il verso delle capre e degli asini selvatici che incontravi e ti guardavano come fossi qualche strano animale che invece di avanzare con calma e leggerezza passava correndo pesantemente affondando nella sabbia o inciampando buffamente nelle rocce.
Oppure il mio errore “fatale” è stato quello di sentirmi troppo bene…
A tal punto che, invece di cominciare ad ingerire del cibo fin da subito per non fare chiudere lo stomaco,(una delle cause principali dei ritiri in queste corse) ho provato a mangiare dopo 5 ore di gara al 4° punto di controllo sul percorso (che non devi sbagliare, altrimenti ti aspettano 4 ore di penalità)… errore da pivello, infatti non riuscivo ad ingerire nemmeno un misero pezzo di pane. Riparto verso il 5° punto di controllo, mi aspettano 5 km di spiaggia e 8 di scogliera su sterrato, ma già cercando di raggiungerlo, lo stomaco si rifiuta di ingerire pure l’acqua…
5° punto di controllo: mi siedo un attimo per vedere se riesco a risolvere il problema, provo a mangiare una banana, che avevo dentro lo zaino… stranamente va giù, mi sollevo un po’il morale, ma è un fuoco di paglia …un solo minuto dopo la rimetto… ok mi dico, ripartiamo e vediamo cosa succederà al prossimo controllo.
Mi aspettano i 15km della lunghissima spiaggia di Santa Monica… una spiaggia che da sola vale tutto il biglietto aereo per arrivarci.
Davanti a me una spiaggia completamente deserta, fatta di sabbia fine di colore oro, e piccole dune…alla mia sinistra un oceano immenso con sfumature azzurre verdi blu che si alternavano nelle sue onde alte e rumorose,
alla mia destra una grande pianura desertica, resa insolitamente verde dalle ultime piogge, e lontano sullo sfondo alcune montagne spoglie da paesaggio lunare. Questi 15 km me li sono gustati fino all’ultimo metro, ascoltando la natura che mi circondava, e gustandomi l’immenso isolamento dal resto del mondo che hai in quei momenti; le uniche cose che mi distraevano erano degli strani granchi, alcuni piccolissimi non più grandi di un unghia, che andavano velocissimi.(se correvo cosi veloce io arrivavo primo…hehee) e altri molto grossi ( più di una mano ) che avevano una strana cresta verde sulla corazza. A metà spiaggia mi superano due amici (Giacomino e Adriano) che in quel momento vanno un po’ più veloci e li lascio andare, poi mi rendo conto che non si allontanano più di 200 metri, perciò nonostante tutto sto ancora viaggiando a un ritmo decente. Tutte queste distrazioni hanno aiuteranno sicuramente ad arrivare al 6°punto di controllo, anche senza poter bere nemmeno un goccio d’acqua (se provavo a bere il mio stomaco rimetteva immediatamente), e visto che stavo bene ed ero ancora lucido (fortunatamente), mi continuavo a bagnare il cappellino per tenere fresca la testa…e la mente, non dimenticavo che stavo viaggiando sotto un sole da 38 gradi.
Dopo poco meno di 10 ore dalla partenza,raggiungo il controllo n.6, mi siedo un per un po’ a terra per capire cosa fare, fisico, gambe e testa stanno ancora bene, ma mi rendo conto che non posso pretendere di farmi altre 18/20 ore senza mangiare, ma soprattutto senza bere, sto fermo circa 1 ora e ogni tanto provo a bere, ma matematicamente rimetto subito. Alcuni mi dicono riparti ugualmente poi vedrai… ma io ho deciso che la mia salute valeva di più di alcune altre decine di km che avrei potuto fare senza bere, per poi magari rischiare un collasso fisico.
Da qui in poi il percorso non posso raccontarvelo, ma dai racconti dovevano essere altri km e km di avventura e occhi che si gustavano luoghi incontaminati.
Io ho preferito portarmi a casa il ricordo lucido dei km percorsi, ricordi che resteranno sempre dentro di me, piuttosto che dovere tornare a casa col ricordo di pochi km fatti in più in condizioni da non sapere nemmeno dove ero passato e cosa avevo visto.
Visto che il mio fisico era ancora integro, il giorno dopo stesso ho chiamato il presidente della Pol.Madonnina, chiedendogli di iscrivermi alla maratona di Reggio Emilia che ci sarebbe stata dopo 7 giorni, forse dovevo un po’ sfogare la rabbia dell’errore fatto a livello alimentare nella ultramaratona di Boa Vista.
Giovedì rientrato in Italia , una piccola sgambatina, domenica subito al via della maratona di Reggio,con l’idea di farla in tranquillità, visto anche i km e le ore fatti pochi giorni prima. Poi invece a sorpresa (anche da parte mia) la porto a termine col discreto tempo di 3,13.47…. forse a volte, c’è qualcosa che ti spinge più degli allenamenti verso il traguardo.