Spesso pensiamo a questa ,a quella gara per correre assieme
a tanti altri concorrenti, come occasione per correre sulle colline, camminare
sui sentieri, calpestare prati o per gustarsi la montagna.
Martedì scorso ho
fatto un allenamento in solitaria che mi ha fatto riscoprire che non sempre
essere in tanti è più divertente.
Partito da 900 metri dal
paese di Pellizzano (Val di Sole) per un
allenamento in solitaria che mi porterà fino
in val Baselga, una piccola valletta ai
più sconosciuta che si trova a 2010 metri.
Mi infilo sul “ sentiero degli gnomi” che ho percorso tante altre volte,scelto
anche dai villeggianti con zaino in spalla , che ci porterà fino ai 1280 metri del lago dei Caprioli. Il sentiero è
abbastanza corribile ma anche tosto, tutto immerso nel bosco di abeti e larici,
fa si che arrivo al lago senza accorgermene e senza troppa fatica, ma mentre
tutti i villeggianti qui si fermano, sarà proprio da qui che inizia la vera
splendida giornata, una volta aggirato il lago mi lancio per sentieri mai
percorsi da me finora buttandomi in una nuova avventura.
Dopo pochi km di sentiero facile come tanti altri, eccomi a
un bivio che già subito dal primo metro mi fa capire che la musica cambierà, un
sentiero stretto, sassoso, umido, pieno di buche, cespugli, rami e ripidissimo che
mi accompagna metro dopo metro senza mai darmi un attimo di tregua, ma sarà
proprio in questo tratto con una pendenza del 25% che scopro la bellezza del
percorrere questi sentieri in solitudine assoluta.
Guardo il terreno e non vedo ne’ impronte ne’ rami rotti ne’
foglie calpestate, il sentiero lo si
intravede appena, e mi viene quasi da pensare che l’ultimo uomo che aveva messo
piede su quel tratto di bosco sia colui
che ha fatto i segni bianchi e rossi del sentiero CAI che sto seguendo.
Il silenzio è assoluto, rotto solo dal suono dell’acqua dei ruscelli, e
niente altro se non il mio respiro ,di cui mai come oggi sento il ritmo mentre entra e
esce dai polmoni; tutto intorno un mondo
di centinaia di sfumature verdi, alberi alti, meravigliosi, che guardano il passaggio di questo strano piccolo
bipede, fino ad arrivare in un tratto dove il sentiero è avvolto sia a destra
che a sinistra da una marea di cespugli di rododendri fioriti nel pieno del loro splendore, e per
quasi un km mi è sembrato di arrampicarmi sul velo roseo di una sposa, una sensazione
bellissima che mi ha accompagnato fino in cima. Senza volerlo eccomi arrivato,
all’improvviso esco dal bosco e mi ritrovo su un masso gigantesco e sotto di me
la val Baselga … piccola splendida meravigliosa, un piccolo smeraldo circondato
da alti pareti rocciose marroni e rosse,
e il bianco della neve rimasta in attesa di un raggio di sole che la trasformi in nuova linfa
del ruscello che attraversa le piccola valletta.
All’ improvviso mi rendo conto di essere circondato dal
suono meraviglioso del nulla, il silenzio più assoluto, non avverto nemmeno un po’
di fiatone, né sete, né nostalgia dei
rumori della cosi detta civiltà lasciata più di mille metri più in basso, il
miracolo della serenità.
Un ultimo sguardo, una foto fatta con gli occhi che rimarrà
sempre nella mia mente, e mentre
rifaccio il percorso a ritroso che mi riporterà al punto di partenza,i miei pensieri e sguardi sono sempre rivolti alla bellezza di
quei luoghi, alla serenità che ti danno, alla sensazione meravigliosa di farne
parte anche se solo per poche ore minuti attimi, poi all’improvviso ecco il
silenzio rotto dal vociare ,da motori, dalla routine che sempre più chiassosa
si avvicina … segno che questo allenamento in solitaria è finito, l’unica
consolazione è sapere che abbiamo un registratore chiamato ricordi, e quelli
sono ancora li.