giovedì 17 gennaio 2008

cro-magnon 2006


Grandraid Cromagnon 102 km Limone (Italia) - Cap d’Ail – Monaco (Francia)
17/06/2006
Ragazzi che gara!
Un giorno alcuni amici mi parlarono di questa gara nei luoghi dell’uomo di Neanderthal; io sono subito andato sul sito www.cromagnon-extremerace.com/ a vedere di cosa si trattava; viste le foto dell’anno precedente me ne innamorai subito.
La gara non si presentava certo delle più facili, soprattutto per uno come me che in gara ha percorso come massima distanza quella della maratona (km 42,195), per di più in pianura. Si trattava di percorrere 102 km., scalando 4 vette da oltre 2000 metri, con un dislivello totale di ben 5.400 metri. Per uno che non ama le salite …
A forza di parlarne in giro alla fine ci siamo trovati iscritti a questa gara in una quindicina di modenesi, cui si sono aggiunti 5/6 di Ravenna e 4 di Milano; allora Matteo Panini ha noleggiato un pullman che ci portasse tutti alla gara insieme (proprio Matteo poi per motivi di lavoro non è potuto venire ).
Come base logistica avevamo il negozio del Baffo Sport, che ha trovato anche vari sponsor che ci anno aiutato e, che ringraziamo.
Ma ora parliamo della gara; partiamo da Modena in pullman diretti a Limone, punto di partenza. Dopo il ritiro del pettorale ed un buon pasta party, abbondante, mangiato all’aperto con una temperatura tra 6/10 gradi, abbiamo saputo che il sindaco aveva vietato il passaggio della gara in un tratto dove due giorni prima erano scesi 50 cm di neve; allora avrebbero accorciato la corsa di circa 10 km (peccato: si vede che il sindaco non è un podista, altrimenti non avrebbe tentato di rovinarci la gara per un po’ di neve; uno che temeva la neve non si sarebbe nemmeno iscritto a una corsa del genere).
Sabato mattina foto di rito, tutti pronti, ore 6 pronti via.
Partiti andatura lenta siamo subito in salita; dopo pochi km ormai ognuno prende il suo ritmo; ho perso tutti d’occhio e non so dove siano.
Devo dire che subito i paesaggi si presentavano stupendi come immaginavo; dopo una salita subito una lunga discesa su sentieri sterrati e piccolo tratto d’asfalto fino a raggiungere il primo ristoro dopo circa 20 km. Eravamo passati poco prima davanti a un lago formato da una diga. Da lì cominciava la prima vera scalata che in pochi km ci avrebbe portato dai 1400 mt. circa del lago ai 2450 della cima più alta che incontreremo. Più di 1000 mt. di dislivello con passaggio anche su tratti innevati. Una volta in cima eccolo lì, un paesaggio spettacolare che, nel pur breve tempo dedicato ad ammirarlo e per fare una foto ricordo, ti fa passare tutta la fatica accumulata per arrivare fin li.
Ma non si può perdere tempo…e via subito di corsa di nuovo in discesa (le discese non erano poi così facili, su sentieri che a volte c’erano e a volte te li dovevi inventare tra massi sassi e erba). Incontriamo un bellissimo laghetto di montagna, lo aggiriamo e ancor dei su e giù fino ad arrivare al secondo ristoro, posto circa a metà strada; chi voleva poteva farsi portare qui un piccolo zainetto per un ricambio o altro.
Io ne ho approfittato per lasciare tutta le cose che mi ero messo in più nello zaino alla partenza, che non mi sono mai servite se non ad appesantirmi lo zaino (un errore frequente quando partecipi ad una avventura di cui non hai nessuna esperienza). Mangio qualcosa, cambio la maglia e via, subito in nuovo su e giù tra sentieri, prati, rocce. Dopo una lunga discesa ci ritroviamo in un piccolo paesino dove c’è un ristoro; ma ci ritroviamo anche a soli 300 mt d’altezza , tra me e me penso “ma sono pazzi…se dobbiamo affrontare ancora due cime altissime…questo vuol dire che mi aspettano delle dure salite”. Mi rifornisco d’acqua e riparto, ed eccola lì una salita lunga e ripidissima, molto dura… ma non è niente in confronto a quella dopo…….
Finita la salita in contro uno dei mie compagni, che mi sembra un po’ in difficoltà; mi dice che sta bene e di andare avanti.
Riparto e dopo tanti su e giù piu’ o meno duri arrivo al penultimo ristoro. (elenco delle cose del buffet: uvetta, albicocche secche, banane, noccioline , minestra in brodo, pasta, polenta, zolette di zucchero, coccola, te, birra e… udite udite… c’è anche l’acqua per fortuna); un piccolo rimprovero però all’ organizzazione mi sento di rivolgerlo: non si può fare una gara di 100 km., con tante cose ai ristori ma senza che in alcuno vi sia la minima traccia di sali, che sono molto importanti in queste corse.
Dopo aver mangiato qualche albicocca secca, delle banane, rifornito d’acqua sono pronto a ripartire e mentre lo faccio arriva il mio compagno che era in difficoltà; si era ripreso ed ero contento per lui, Mi sincero delle sue condizioni e riparto. Da qui partirà la salita piu’ dura di tutta la corsa, anche se non la piu’lunga.
So che questa non è l’ultima salita ma sarà sicuramente la più dura: 600 mt in meno di 1,5 km con un tratto al 45% tra rocce cespugli, dove il sentiero c’è ma non c’è. Supero il tratto, veramente duro, ed in cima trovo l’ennesimo controllo (alla fine sono stati 7 / 8); dentro di me mi sono detto: ora da qui in poi sarà una passeggiata; beh, nulla di piu’ sbagliato!
Forse anche perché avendo preso già tre storte alla caviglia sinistra la discesa da questa cima e’ dura quanto la salita, con salti tra rocce e massi alti e scivolosi; non voglio prendermi la quarta storta e rischiare di fermarmi, così perdo molto tempo.
Finita questa discesa mi ritrovo in una zona bellissima; da dove sono si vedono da una parte le alte montagne e dall’altra - finalmente - il mare di Nizza o Montecarlo; non so bene quale, l’importante è vederlo, perché significa che il traguardo non è lontano. E invece..altro errore! infatti il percorso gira e ci fa tornare verso i monti (e qualche accidente a chi ha tracciato il percorso lo lancio).
Ancora un su e giù con un altro bel tratto di salita e sbuchiamo su una strada. In fondo, lontano, si vede il mare e mi scappa un “alleluja mare, arrivo!!” infatti sull’asfalto, non avendo paura di prendere altre storte, parto a tutta in discesa. Ora sì che si viaggia veloci! si passa davanti al grandissimo impianto di golf di Montecarlo dove gli innaffiatoi girati verso la strada, mi danno una bella lavata (cosi tiro due accidenti anche a tutti i giocatori di golf) e continuo a correre veloce verso il traguardo; altro errore, ad un tratto i cartelli del percorso ci fanno tornare dentro la boscaglia per un sentiero stretto in mezzo ad alti cespugli. Solo dopo circa un km si torna sull’asfalto e allora ancora giù a tutta.
Arrivo all’ultimo ristoro a 5 km dal traguardo, ora non mi ferma più nessuno! un pezzo di banana, un sorso d’acqua e via, dopo 1 km a zig zag per un piccolo paesino ci fanno tornare sullo sterrato lungo la parete del monte alle spalle di Montecarlo. E’ un tracciato stretto e brutto, tutto a zig zag per scendere piu’ velocemente, ma io devo stare attento alla caviglia e vado piano, e qui il mio compagno Davide che si era proprio ripreso mi supera andando più veloce (vuole arrivare ancora con la luce naturale).
Ad un tratto torniamo sulla strada, ma ora siamo a Montecarlo e sull’asfalto in leggera discesa io vado ancora forte. Mi lancio in questi ultimi 2 km all’inseguimento del mio compagno, supero ben 7 concorrenti sul lungomare, accelero ancora, mi avvicino sempre di più ma… ormai ecco il traguardo, Davide lo taglia mentre io faccio l’ultima curva e arrivo subito dietro lui.
Dopo 92 km circa posso gridare “ce l’ho fatta!”; guardo l’orologio - era veramente parecchio che non lo guardavo - e mi accorgo di averci messo 16 ore, 05 minuti e 52 secondi. Lo riguardo perchè non ci credo, guardo quello dei giudici che confermano il mio; non ci posso credere, sono andato veramente forte e mi applaudo da solo. Dal satellitare vedo che gli ultimi 2 km li ho fatti a tutta birra: con zaino in spalla e 90 km già sulle gambe li ho percorsi alla media 4,20 / 4,30 minuti al km; niente male, che ne pensate?
Una stretta di mano con Davide, complimenti reciproci e tanta gioia . Andiamo a ritirare le nostre borse, poi una sana doccia calda e via a mangiare al pasta-party.
In realtà è un gran self service dove c’è di tutto, dalla pasta al riso, uova, insalata, toast, pomodori, marmellate, formaggi, salumi, dolci, frutta, ecc..ecc.. E potevi passare tutte le volte che volevi. Io ho preso un pò di pasta e insalata ma non sono riuscito a mangiare praticamente nulla, il mio stomaco non voleva . Però dopo qualche ora mi sono rifatto, soprattuto con i toast molto buoni.
Visto che sono arrivato quasi 10 ore prima del previsto non so dove andare a dormire (come tutti); alcuni vanno in spiaggia sulle sdraio, io preferisco un corridoio vicino ai bagni, lì c’è caldino.
Pero non si dorme e ogni tanto si va a controllare se gli altri compagni sono arrivati, per chiedere se è andato tutto bene, se stanno bene e fare due chiacchiere; così fino al mattino.
Ormai quelli del nostro gruppo sono arrivati tutti, tranne la coppia Alessandra ed Antonio Zanasi.
Manca solo un’ora alla chiusura del tempo massimo, e noi seduti sopra un grosso galleggiante sull’acqua con i piedi a mollo facciamo svariate ipotesi mentre ci dicono che ci sono ancora piu’ di 40 concorrenti sul percorso (gli ultimi a piu’ di 12 km dal traguardo).
Alcuni pensano che abbiano sbagliato strada,altri che durante la notte si siano fermati e abbiano perso troppo tempo, altri che si siano persi di vista e che si stiano cercando a vicenda, e così via; ma tutti speravamo che non si fossero fatti male.
Ore 10.30: manca solo mezz’ora alla chiusura della gara quando, tra lo stupore di tutti, eccoli! sono loro e ce l’hanno fatta. Tutti a correre al traguardo per applaudirli e dirgli “siete grandi, l’avete finita”.
E tardi, diamo loro il tempo di una doccia e di rifocillarsi un po’, di sedersi un attimo a riprendere fiato.
Nel frattempo sono andato a fare una foto alla nostra compagna, la Daniela Gianaroli che - arrivando in poco meno di 20 ore - si e’ piazzata 2a di categoria: grande!
Ore 12: tutti sul pullman si torna a casa; non so perché, sarà il caldo, le code sull’autostrada o il film messo su dal bravo Ivano… ma sul pullman non volava una mosca (neanche fossimo stanchi per una passeggiata in montagna).
All’improvviso ecco Modena; non so come ci sia riuscito, ma il film e’ finito 200 metri prima della piazzola d’arrivo: bel tempismo Ivano! Un saluto a tutti, con il buon proposito di ritrovarci per un’altra gara; un bacio alle concorrenti ed ecco la mia mogliettina che mi viene a prendere e mi fa tanti complimenti; beh, questa volta me li sono proprio meritati!
Estrema sintesi dell’esperienza: bellissima compagnia, stupenda gara con paesaggi da favola, esperienza - come si dice in questi casi – unica. Chi ne ha la possibilità la vada a fare, ne vale la pena, parola mia!

maurizio cenci

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